L’importanza del solfeggio e su quali metodi studiarlo

L’importanza del solfeggio e su quali metodi studiarlo

Il solfeggio, questo sconosciuto! Eppure, è a mio parere un elemento imprescindibile dello studio della musica. Letteralmente, è un esercizio di lettura musicale con il quale si “decifrano” le note sullo spartito secondo la loro durata e, nel caso del solfeggio cantato, anche della loro intonazione.

Non parleremo in questo articolo di COME si solfeggia, bensì del motivo per cui ancora oggi, dopo tanti anni di formazione musicale, si persevera nell’insegnare e nel praticare questa tipologia di esercizio.

Partiamo dal presupposto che il solfeggio è utile come esercizio a sé stante, ma è ancora più utile se praticato sui brani che poi andremo a studiare con il nostro strumento. Per questo motivo, soprattutto se vi approcciate alla musica da adulti e non avete molto tempo per esercitarvi, non sarà necessario che voi acquistiate un vero e proprio metodo incentrato sullo studio di questa materia. Io stessa, in alcune scuole “amatoriali” dove insegno, non ho la possibilità di avere uno spazio dedicato solo al solfeggio, e quindi cerco di ottimizzare il tempo facendo eseguire questo esercizio sui brani o studi che gli allievi dovranno poi suonare.

È estremamente consigliato solfeggiare PRIMA di iniziare lo studio strumentale di un brano. Questo concetto sembrerà elementare ai più, ma credetemi, sono veramente pochi gli allievi che si apprestano ad esercitarsi in questo senso.

Il motivo principale è sicuramente la noia: sarei bugiarda se dicessi che è più divertente solfeggiare rispetto a suonare effettivamente il proprio strumento. Dovete pensare però che la lettura ritmica sta alla base di ogni esercizio strumentale.

Se solfeggiamo il nostro brano, capiamo e decifriamo in via preliminare: le note che andremo a suonare, i valori delle stesse, le alterazioni che incontreremo, i cambi di tempo, le dinamiche, i cambi di tonalità, e altri dettagli ancora. In questo modo, quando ci troveremo a suonare il nostro spartito, avremo già appreso e capito gran parte del lavoro!

Un altro fattore che spinge molti a non solfeggiare, è la “mancanza di tempo” di cui spesso si è parlato anche nei precedenti articoli. Ma credetemi: una lettura ritmica preliminare vi porterà via qualche minuto di studio strumentale, a favore però di un’interpretazione più fluida e consapevole dello spartito!

Vediamo ora su quali metodi si può studiare solfeggio, per chi ovviamente ha tempo e voglia (o ha la necessità) di approfondire questo aspetto. Chiaramente, come di consueto, Vi indicherò i metodi che io stessa ho sperimentato!

  • Ettore Pozzoli – Solfeggi Parlati e Cantati” – Ed. Ricordi.

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  • Mario Fulgoni – Manuale di Solfeggio” – Ed. Musicali La Nota.

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  • Bona – Metodo completo per la divisione” – Ed. Ricordi.

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  • “Luigi Oreste: Anzaghi – solfeggi parlati e cantati” – Ed. Carisch.

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Questi metodi sono tutti estremamente validi. Il mio preferito in assoluto resta però il primo!

Buona Musica e buon Solfeggio a tutti!

A presto,

Beatrice

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